Lido Restaurant at The Surf Club (Fine Dining) Chef Marco Calenzo – Four Seasons Surfside Miami

Lido Restaurant at The Surf Club — Fine Dining italiano a due passi dall’oceano

Four Seasons Hotel at The Surf Club, Surfside (Miami)

Nel gioiello Art Déco di Surfside, tra sale storiche e terrazze affacciate sull’Atlantico, Lido Restaurant at The Surf Club firma una cucina di riviera italiana al tempo stesso contemporanea e filologica: crudi nitidi, paste fatte in casa, cotture pulite e un servizio dal portamento Four Seasons. L’indirizzo è oggi una delle tavole più solide del litorale di Miami per chi cerca “italianità” di livello con vista oceano.

Cucina & piatti

La regia è di Marco Calenzo: una cucina di matrice mediterranea con lucidità tecnica e tocchi di eleganza “classica”, talvolta attraversata da sfumature nipponiche. Tra le firme segnalate dalle guide: Tagliatelle all’astice con pesto “siciliano” (must-try), Cotoletta alla milanese, risotto allo zafferano, branzino al vapore e il carpaccio di scampi con doppio caviale; perfetta ouverture al Crudo Bar sulla terrazza vista mare. Carta dei vini agile ma centrata sulle grandi denominazioni italiane (Piemonte, Campania, Umbria).

Cosa ordinare (shortlist AC):

  • Crudi del giorno dalla terrazza (aperitivo tecnico).

  • Tagliatelle all’astice.

  • Risotto allo zafferano / Branzino al vapore.

  • Carpaccio di scampi con caviale.

Sala, atmosfera, posizione

Ambiente elegante e luminoso, oceanfront terrace tra le più scenografiche della contea; servizio puntuale in stile Four Seasons, ritmo rilassato ma preciso. Prenotazione consigliata.

Riconoscimenti & guide

  • Gambero Rosso – Tre Forchette 2025 a Lido (massimo punteggio internazionale) e Chef of the Year a Marco Calenzo.

  • MICHELIN Guide Florida 2024 – selezione (MICHELIN Recommended) per Lido; nello stesso complesso c’è anche The Surf Club Restaurant di Thomas Keller, 1 stella.


Approfondimento — Marco Calenzo, l’Executive Chef

Fiorentino, formazione alberghiera (Bernardo Buontalenti) e un percorso internazionale in cucine di alto profilo: Four Seasons Beijing (Mio), Four Seasons Hawaii, Zuma London, quindi Executive Chef di Al Mare al Carlton Tower Jumeirah (Londra) prima dell’approdo in Florida nel 2023. Lo stile? Chiarezza di sapori, tecnica elegante, creatività misurata e un’attenzione quasi sartoriale alla pasta fresca e al pesce. Premi recenti: Chef of the Year (Gambero Rosso, 2024); sotto la sua guida Lido conquista le Tre Forchette 2025.


Info utili

Dove: Four Seasons Hotel at The Surf Club, 9011 Collins Ave, Surfside (Miami).
Stile di cucina: Costiera italiana contemporanea, crudi, paste, secondi di mare/terra.
Quando: colazione, pranzo, cena e Sunday brunch; prenotazioni via OpenTable.


Nostro giudizio (Altissimo Ceto)

Una tavola che parla italiano con accento internazionale: grande materia prima, misura, e un equilibrio tra comfort e finezza che la rende destinazione per pubblico locale e viaggiatori. Nel panorama di Miami, Lido è oggi benchmark della cucina italiana d’autore fronte oceano.

Team di Cucina:

Marco Calenzo – Executive Chef

Amedeo Melotto – Chef de Cuisine

Sharitzel Desfassiaux –  Pastry Chef

Team di Sala:

Restaurant General Manager – Carlo Pecchio

Maître d’hotel – Fabrizio Madeddu

Sommelier – Cristian Zaffarano

Director of Bars – Jonathan Gabby

Partiamo con la nostra serata: Aperitivo allo Champagne Bar

Bollicina di Benvenuto al Ristorante by Ferrari Trento

• Chawanmushi al dashi con gambero rosso “carabineros”
Crema d’uovo al dashi leggermente affumicata al bonito (katsuobushi), con carabineros all’interno ed edamame, rifinita con estratto dei carapaci (bisque), erba cipollina e cracker di riso ai gamberi rossi spolverato con polvere ottenuta dai carapaci essiccati. Servito nel guscio d’uovo adagiato su fieno.
Nota di degustazione: setosa, iodio gentile e affumicato in filigrana; la dolcezza del gambero è bilanciata dall’umami profondo dell’estratto.

• Cracker all’aonori con riccio di mare di Hokkaidō e caviale Daurenki
Cialda di pasta fillo a 5 strati, spennellata con burro chiarificato e aonori tra gli strati, cotta al forno. In superficie uni di Hokkaidō, caviale Daurenki e zeste di lime.
Nota di degustazione: croccantezza eterea e marea umami; grassezza marina dell’uni, sapidità precisa del caviale, chiusura agrumata a pulire.

• Vellutata di funghi selvatici
Zuppa vellutata di cinque varietà di funghi potenziata dal liquido di porcini fermentati, servita con caprino montato, emulsione di erbe fresche (aneto, prezzemolo, erba cipollina), funghi in agrodolce, polvere di porcini fermentati e un filo di olio extravergine.
Nota di degustazione: trama cremosa, umami terroso e profondità balsamica; l’acidità dei pickles vivacizza e allunga il sorso.

• Ricciola — rilettura “cacio e pepe” in chiave peruviana
Omaggio a un classico italiano riletto con tecnica nikkei: una leche de tigre “cacio e pepe” ottenuta dagli ingredienti peruviani di base, infusa con pecorino, pepe nero e un’“acqua” ricavata dalle croste di Parmigiano. La salsa è tarata con colatura di alici, lime e olio all’aneto per la nappatura. La ricciola è marinata con sale, pepe nero e limone, avvolta in insalatina di finocchio e finita con finocchio bronzeo.
Nota di degustazione: crema acidula-umami, pepe in filigrana, agrume a rinfrescare; la dolcezza del pesce si allunga sulle erbe.

• Ostrica
Selezione variabile secondo mercato e qualità (frequente la West Coast, es. Virginica, Glass Bay). Servita con wafu di mela verde e scalogni, ponzu all’arancia e peperoncino serrano.
Nota di degustazione: salmastro nitido, frutto verde a sgrassare, piccantezza misurata; chiusura tesa e pulitissima.

• Tonno
Tataki di bluefin (Balfegó, Spagna — filiera sostenibile), scottato dolcemente, affettato e condito con dressing al tartufo nero su base tosazu (aceto di riso, salsa di soia, mirin) arricchita con katsuobushi, miso e tartufo nero invernale; finitura con scaglie di Tuber melanosporum fresco.
Nota di degustazione: umami profondo e balsamico, grassezza nobile del tonno, tartufo in persistenza elegante.

Risotto allo zafferano, scampi ed echi di liquirizia

Riso Carnaroli Acquerello affinato (invecchiato), cotto espresso in pentola a pressione con brodo vegetale per un chicco integro e una mantecatura all’onda. Profumato allo zafferano e rifinito con burro acido e un sentore d’arancia. In superficie, emincé di scampo (lamelle sottili) conditi a crudo con olio extravergine, fiocchi di sale marino e polvere di liquirizia Amarelli della Calabria.

 Cremosità seducente e zafferano in eleganza; lo scampo regala dolcezza iodina e succosità, l’agrume illumina il finale, mentre la liquirizia Amarelli introduce un contrappunto balsamico-amaricante di grande finezza.

Agnolotti “Carbonara di mare” all’Aori-ika

Reinterpretazione della carbonara in chiave marinara, utilizzando tutte le parti dell’Aori-ika (seppia/calamaro giapponese). Sfoglia al nero di seppia, ripieno di sabayon d’uovo profumato con Ragusano e pecorino: cuore liquido che “scoppia” al morso. Gli agnolotti sono saltati con brodo vegetale, vino bianco, yuzu-koshō e suprêmes di limone. La seppia viene grigliata su carbone binchōtan con un velo di paprika, zeste di limone e sale, poi affettata e aggiunta alla pasta. Chiusura aromatica con polvere di bucce di cipolla bruciate.

Pasta sottile e saporita, anima cremosa dal carattere cacio-e-pepe; mare scuro del nero di seppia, pungenza agrumata dello yuzu-koshō, fumo elegante dal binchōtan. Finale lungo, appena amaricante, della cipolla bruciata che pulisce e invita al bis.

Pasta sottile e saporita, anima cremosa dal carattere cacio-e-pepe; mare scuro del nero di seppia, pungenza agrumata dello yuzu-koshō, fumo elegante dal binchōtan. Finale lungo, appena amaricante, della cipolla bruciata che pulisce e invita al bis.

Bread Course — Brioche al miso Saikyō & burro al tartufo nero invernale
Brioche arricchita con Saikyō miso (miso dolce di Kyoto): cottura a vapore e breve passaggio in forno al minuto per preservare fragranza, morbidezza e profumo. In abbinamento, burro di casa lavorato con pasta 100% di tartufo nero invernale, cotta sous-vide e poi emulsionata con sale Maldon e acqua di funghi fermentati; finitura con polvere di porcini (cep) fermentati che avvolge il burro.

Perché la fermentazione dei porcini?
Tecnica tradizionale di conservazione (diffusa nei Paesi nordici e in Asia), oggi utilizzata per esaltare l’umami, modificare il profilo aromatico e aggiungere spinta acida e salinità naturale, aumentando profondità e persistenza gustativa.

Brioche soffice e burrosa, con dolcezza miso in filigrana; il burro è opulento e tartufato, con ritorni boschivi. La polvere di porcini fermentati dona una scia umami-acidula che pulisce il palato e invoglia al morso successivo.

Brioche soffice e burrosa, con dolcezza miso in filigrana; il burro è opulento e tartufato, con ritorni boschivi. La polvere di porcini fermentati dona una scia umami-acidula che pulisce il palato e invoglia al morso successivo.

Anatra Pekin (Long Island) dry-aged, kasu & binchōtan

Anatra Pekin (nota anche come Long Island duck), allevata in barn aperti senza antibiotici né ormoni, secondo pratiche rispettose e con dieta a base di cereali — per una carne succulenta e dal gusto delicato. Il petto è frollato a secco ~10 giorni, poi marinato con sake kasu, mirin e sakè. Cottura rosa (medium-rare) e finitura alla brace su carbone binchōtan. In accompagnamento: barbabietola in agrodolce, purè di carota e zenzero, kumquat candito 3 giorni (mandarino cinese) e salsa bigarade rifinita con un tocco di Grand Marnier e aceto di calamansi.

Nota di degustazione (Altissimo Ceto): trama tenerissima e succosa, profilo agrumato-amaricante (bigarade/kumquat) di grande pulizia; il fumo fine del binchōtan accarezza la dolcezza della carne, mentre il calamansi dona slancio acido e brillantezza al finale.

Sgroppino “Kakigōri style”


La firma del Chef Marco su due classici di tradizioni diverse: lo sgroppino veneziano e il kakigōri giapponese. Il piatto apre con una perla di litchi — tocco esotico che richiama la vibrazione tropicale di Miami — quindi una granita di Moscato d’Asti e limone dalla texture di neve (in omaggio al kakigōri). Chiusura cremosa con gelato alla vaniglia Tahiti e zeste di lime a rifinire.

Freschezza citrica e bollicina aromatica del Moscato, dolcezza floreale del litchi, cremosa rotondità della vaniglia; finale luminoso e pulito grazie al lime. Dessert giocato su contrasti di temperatura e consistenze: leggero, elegante, irresistibilmente rinfrescante.

Cioccolato — gioco di origini, aromi e consistenze

Dialogo tra gianduia (latte + nocciola) e fondente 72% del Venezuela. Si sceglie il sorbetto al cioccolato (non gelato) per esaltare le sfumature vanigliate e boisé del cacao; in finitura, sale marino a evocare i laghi salati della penisola venezuelana. A rinfrescare e alleggerire il morso, una neve di lampone — preparata al nitrogeno liquido (-196 °C) alla postazione del crudo — che illumina e chiude il percorso degustazione.

Struttura profonda di cacao, nocciola vellutata e un guizzo salino che amplifica gli aromi; la acidità nitida del lampone ripulisce il palato e regala un finale teso e brillante, tra contrasti di temperatura e texture perfettamente calibrati.

Nonino “Il Merlot” — Grappa Monovitigno®

Nota di degustazione

  • Colore: limpido, cristallino.

  • Naso: soffice e floreale, con richiami a petali di rosa e nocciolo di ciliegia; in secondo piano frutta rossa croccante e lievi accenti erbacei. Grappa NoninoFine DramsWhiskey Caviar

  • Palato: ingresso puro e rotondo, trama setosa; ritorni di ciliegia/uva, cenni di spezia fine e grapey elegante. Finale asciutto e persistente, con un tocco appena pepato che allunga il sorso. Whiskey CaviarBottleBuzz

  • Gradazione & stile: tipicamente 41% vol., non affinata in legno per preservare la trasparenza varietale del Merlot. The Barrel Tap

Servizio

  • Bicchiere: tulipano piccolo/medium per concentrare i profumi.

  • Temperatura: 12 °C (leggermente fresca), lasciando 2–3 minuti di apertura nel calice. The Barrel Tap

Abbinamenti (uso & pairing)

  • Fine pasto “tecnico”: pasticceria secca (lingue di gatto, brutti ma buoni), tortino di nocciola/gianduia, crostatina di frutti rossi o amarene che dialoga col registro di ciliegia/mandorla.

  • Cioccolato: fondente 70–80% in purezza o con nocciola piemontese.

  • Caffè: perfetta anche in caffè corretto o come chaser dopo espresso.
    (Abbinamenti pensati per esaltare la pulizia aromatica e la tessitura setosa tipiche del Merlot Monovitigno.)


Breve storia della distilleria / famiglia

Nonino è una dinastia friulana che ha rivoluzionato la grappa: fondata nel 1897 da Orazio Nonino (distilleria oggi a Percoto, Udine), prosegue con Giannola e Benito Nonino, artefici nel 1973 della prima Grappa Monovitigno® della storia (da Picolit), elevando il distillato da “popolare” a Made in Italy d’eccellenza. Grappa Nonino+1Wikipedia
La linea I Vigneti Monovitigno® — di cui Il Merlot fa parte — nasce dalla distillazione di vinacce di singolo vitigno provenienti da aree vocate, con alambicchi a vapore discontinui in rame, per un profilo limpido e varietale. Grappa NoninoFine Drams


Nota redazionale (Altissimo Ceto)

Grappa didattica e raffinata: floreale/mandorlata al naso, setosa e asciutta al palato, con persistenza nitida. In pairing, privilegiamo dolci asciutti e cioccolato fondente; in purezza, dà il meglio a 12 °C in tulipano. Una firma storica della scuola Nonino che continua a dettare standard sulla grappa monovitigno.

Petit Fours Trio

• Baci di Dama
Classico del Nord Italia: due piccoli biscotti alla nocciola che “si baciano” grazie a un cuore di cioccolato.
Nota di degustazione (Altissimo Ceto): friabilità fine, nocciola tostata in evidenza, chiusura cacao elegante dal dolce-amaro misurato.

• Tartelletta caffè, rum & lampone
Base sablé al caffè tostato, sormontata da sabayon al cioccolato bianco profumato Rum Zacapa 23, finitura di lampone fresco.
Nota di degustazione: calore speziato del rum e cremosità del sabayon, contrastati dall’acidità viva del lampone; equilibrio tra amaro, dolce e fresco.

• Gianduiotto (nostra versione)
Gianduia di nocciola e cioccolato con inserto croccante di feuilletine. Il nome “Gianduiotto” rimanda alla maschera piemontese Gianduja, il cui cappello ispirò la forma. La leggenda vuole che l’uso della nocciola nasca ai tempi del blocco napoleonico: con il cacao raro e costoso, i maestri torinesi allungarono il cioccolato con nocciole tostate locali, creando un equilibrio unico tra grassezza e profumo.
Nota di degustazione: scioglievolezza setosa, nocciola rotonda e persistente, croccantezza sottile delle feuilletine a dare ritmo al morso.

Caffè — Per’la Coffee (Miami) • Blend “Espresso Fino”
Marchio locale di Miami impegnato in pratiche agricole sostenibili. Il blend Espresso Fino è una tostatura scura di sole Arabica provenienti da Guatemala, Brasile e Sumatra, lavorate con lavaggio completo e asciugatura accurata per valorizzare la purezza aromatica.

Profilo sensoriale

  • Naso & palato: cioccolato fondente, frutta secca tostata (nocciola/mandorla) e un accenno di lampone che dona una lieve dolcezza fruttata.

  • Struttura: acidità bilanciata, corpo pieno ma scorrevole, finale setoso e pulito.

  • Stile d’estrazione: pensato per un espresso classico dall’equilibrio immediato.

Nota di degustazione (Altissimo Ceto): tazza rotonda e precisa, con cacao in primo piano, tostato elegante e guizzo di frutto rosso che illumina la chiusura. Ottimo da solo o macchiato, perfetto in abbinamento a piccola pasticceria al cioccolato/gianduia o dessert ai frutti rossi.

Anche a Miami il Gin & Tonic defaticante non può mancare.

 

“Con il fascino lento dell’estate italiana, Lido at The Surf Club propone la sua raffinata cucina costiera in uno degli Hotel più iconici di Miami – Four Seasons Hotel at The Surf Club”

Gratitudine sincera a Marco Calenzo e alla mitica Daniela Trovato — Regional Vice President & General Manager (in foto sotto) — per l’inconfondibile touch Four Seasons: eleganza naturale, accoglienza col sorriso e quell’irrinunciabile “home away from home” ovunque nel mondo.

Indirizzo:

Lido Restaurant at The Surf Club — Four Seasons Hotel at The Surf Club
9011 Collins Ave, Surfside, FL 33154, USA.

Orari di apertura

  • Dinner (Lido Restaurant): tutti i giorni 18:00–22:00 (ultima seduta 22:15).

  • Sunday Brunch (Lido Terrace): domenica 12:00–16:00 (ultima seduta 14:45).

Dress code
Smart Casual.

Contatti & Prenotazioni

  • Telefono (diretto ristorante): +1 (305) 381-3333

  • Telefono (Four Seasons Dining/Reservations): +1 (786) 482-2280

  • Email: LidoRestaurant.SurfClub@FourSeasons.com.

  • Booking online: disponibile via OpenTable dal sito ufficiale.